Madonna Julia la storia |
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Roma. Anno del Signore 1524. Sera. Nel palazzo della gente “de’ Farnesia”, la celeberrima Madonna Julia detta le sue ultime volontà al “notaro” De Romanis. La “bella Julia”, celebrata dai cronisti dell’epoca e al centro, per anni, delle sorti della Curia e degli intrighi vaticani, sta morendo. Tre cavalieri trafelati cercano il potente Cardinale Alessandro, il futuro Paolo III, amatissimo fratello della donna. Ma la loro ricerca, quella notte, risulta vana. Il Cardinale deve a lei, alla Sponsa Christi, la sua fortuna, e nessuno può immaginare che proprio Alessandro ordinerà la cancellazione di ogni dipinto, scultura, rilievo, che la raffiguri, condannando Julia, nei secoli, alla “damnatio memoriae”.
Ma perché una delle donne più importanti del Rinascimento doveva essere dimenticata?
Nel 1492, mentre gli Stati italiani vivono in bilico tra guerra e pace, la diciassettenne Julia Farnese è da anni la preferita del discusso Rodrigo Borgia, detentore della Tiara col nome di Alessandro VI. Julia, disinvolta ma anche ingenua, è la regina delle feste di corte, circondata da artisti come Leonardo, Michelangelo, e dal giovanissimo Raffaello; adulata, inoltre, da ipocriti e spietati nobili che vogliono ottenere, tramite lei, i favori del papa. Consapevole del fascino che esercita sugli uomini, Julia si diverte spesso nell’esibire le sue grazie peccaminose e a turbare il senile Borgia, tanto da diventare la celebre concubina papae, in parte consapevole e in parte ignara delle trame ordite alle sue spalle. È l’ ambizioso fratello Alessandro, infatti, che per brama di potere ha spinto la giovane nell’alcova papale e che insieme ad Adriana Mila, cugina del papa e suocera di Julia, le ha scelto, come sposo, l’orbo e compiacente Orsino Orsini, devoto anche nel riconoscere la figlia di Julia, la piccola Laura, come figlia legittima. Il celebre Pasquino, intanto, incornicia le vicende dell’epoca con la sua satira graffiante, appendendo cartelli alla statua del “torso di Parione”, dietro piazza Navona.
In un clima avvelenato dai giochi di palazzo, Julia, dama di compagnia di Lucrezia Borgia, è costretta ad accompagnarla anche quando, nel 1494, Lucrezia deve seguire suo marito Giovani Sforza a Pesaro. Intanto, il re dei Francesi, Carlo VIII, spalleggiato da Ludovico il Moro, da Juliano della Rovere e dai Colonna, marcia su Roma senza trovare ostacoli. Nonostante la gravità della situazione politica, il papa sembra ossessionato solo dalla mancanza di Julia e chiede, insistentemente, che rientri a Roma.
Dopo le minacce di Orsino che la reclama a Bassanello, le missive infuocate del Borgia che la rivuole a Roma, un viaggio a Capodimonte per la morte del fratello Angelo e una successiva permanenza a Gradoli, Julia si avvia finalmente verso Roma, ma nei pressi di Montefiascone viene sequestrata dalle truppe di Carlo VIII, e un riscatto viene pagato da Alessandro VII per la sua liberazione: Julia è finalmente in città. La gelosia del papa è placata ma per Roma è troppo tardi: il 31 dicembre Carlo VIII varca trionfante le sue porte.
La bella Julia, ancora contesa tra l’amante e il fratello, assiste in disparte alla guerra tra il Borgia e gli Orsini- registrate anche dal Burcardo, cerimoniere del papa - e dopo la morte del marito (nel 1500), la donna si ritira nel Castello di Carbognano, dove cerca quella pace interiore che non ha mai avuto. Qui vive con l’intraprendente Giovanni Capace Bozzato, il suo secondo consorte, che muore giovane tra le sue braccia nel 1517.
Ormai sola, Julia cerca di riallacciare a Roma le amicizie da tempo abbandonate, ma la nobiltà e i riferimenti mondani sono completamente cambiati. Nemmeno il matrimonio di Laura con Niccolò della Rovere riesce a reintegrarla nei ranghi della Roma bene. Alla “venere papale” non resta che il ricordo degli antichi splendori, il peso della sua leggenda e una morte in solitudine a Palazzo Farnese. |
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