"De Atri Cogitationibus" è un progetto realizzato in parte e girato nel
1997.
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Soggetto
Un vecchio scrittore, cornice machiavellica di una rivisitazione del dramma
a tappe (dove la continuità degli avvenimenti è data dal punto di vista di
uno dei personaggi), immagina, nella sua villa di nobile decaduto, le
vicende di tre giovani nei quali di volta in volta si immedesima, forse per
constatare le emozioni delle sue invenzioni letterarie, forse per navigare
nei ricordi alterni delle sue molteplici gioventù. Angelo o demone, santo o
semplice uomo, la figura di Memmo è la rappresentazione di una preziosa
virtù, il traghettatore di un sogno o più linearmente il cantore di
un’emozione.
Ad ogni personaggio giovane, uomini sui trenta, corrisponde un colore cui è
associato un carattere: il nero, la ragione; il rosso, la passione; il
bianco, il sentimento. Attraverso queste manifestazioni dello spirito i tre
si relazionano all’universo amoroso, ciascuno meglio descritto nell’episodio
che lo vede protagonista in quella che è intesa come una trilogia,
paventando - in questa prima fase, quella del nero - l’impossibilità di
rapportarsi nel modo giusto (sempre che ne esista uno) con il mondo
femminile e le sue aspettative.
La narrazione è costruita come un’architettura a scatole cinesi: l'approccio
all'altro sesso da parte del rosso e del bianco è osservato e "vissuto" dal
nero che ne delinea sommariamente le caratteristiche; i tre sono a loro
volta oggetto dello sguardo dello scrittore che diverrà poi Angelo
Necessario, essenza del suo animo, presenza metafisica che muove e commuove.
Tutto l’intreccio è arginato e scrutinato da un deus ex machina: la
concezione stessa del lavoro, la sceneggiatura, la regia, il progetto - che
guarda il tutto all’interno di un monitor, costruzione scenica nella
costruzione filmica.
Per sottolineare i diversi punti di vista di questa ridda di osservatori
viene adottata una contaminazione dei linguaggi (si passa dal super 8 al
magnetico al 35 mm) che vanno a tessere una tela di colori, suoni, testi,
situazioni, ambientazioni e costumi chiamati a ricomporre l’integrità
semantica del medium cinematografico.
Sceneggiatura impropria, nata per "quadri scenici", serie di immagini
ambigue e surreali prese a spunto dalla quotidianità, è tecnicamente
costruita secondo dei referenti specifici a seconda che si tratti di
montaggio (...), recitazione (Pasolini, sc.13 ...), fotografia (Man Ray,
Mapplethorpe, ...), luce e colore (Caravaggio, Michelangelo, ...)
scenografie (Fellini, sc.14; Visconti, epilogo sc.2, ...).
Il progetto è parte integrante di un’operazione estetica a largo raggio, in
cui l’aspetto filmico è solo una delle componenti oltre alla pittura, alla
scultura e alla scrittura. Dall’opsis, alla lexis, alla praxis, il contenuto
di questa récherche è articolato sulla poetica dell’inverosimile il cui
carattere strutturale più peculiare è riassumibile nel concetto di
matrioska, quadro nel quadro o, se si vuole, cornice nella cornice.
Il racconto in "De Atri" - prima parte (di 3) del primo episodio di una
trilogia che andrebbe a comporsi in un lungometraggio - è ridotto ai minimi
termini. Al suo interno sono presenti personaggi, situazioni, umori che
saranno sviluppati nelle fasi successive del progetto filmico generale e che
si accorderanno - diventandone a loro volta parte fondante - alle tematiche
dell'operazione estetica più vasta cui si è accennato.
Roma, 1997
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