Roma Il papa scrive una lettera di richiamo 8 luglio 1494 |
Alessandro VI Borgia: « Ahimé! Julia figliola carissima, che neppure la
superba bellezza di Caterina Gonzaga riesce ad offuscar la tua, di quale colpa
sono ostaggio senza ch’io me n’avveda? Già, ella manco è degna della tua
presenza, come fosse una lucerna al cospetto d’un sole, eppure tu mi sfuggi come
una donna pubblica dopo il suo servizio. Tu, che ci domandi sinecura la
Legazione Apostolica di Viterbo per tuo fratello il cardinal Farnese e che
frattanto ti allontani, sì, che il tuo tesoro è qui, sì, tu lo dichiari, e che
non v’è gaudio né letizia ma burla e vanità in cotanti banchetti e divertimenti
e feste, poiché dove sta il tuo tesoro, lì sta il tuo cuore, ma allora che forse
questa dannata carta fosse fatta per inchiostrarci sopra solo il nostro strazio?
Madama Lucrezia ti tiene in locho de sorella, e tu ti porti con modestia, come
sei usa in tutte le altre cose che bene conoscemo, e mai della tua perfezione
siamo stati in dubbio, ma vorressimo che tutta così come fosti destinata ti
dedicassi a quella persona che più d’ogni altro te ama.
Basta esitazioni, risponderò alle tue parole, e che si faccia cosa certa del mio
volere: “…quanto al che ce scrivite che oramai saria tempo che ritornaste de
qua, vui sapite madama che ala partita vostra vi dicessimo che nostra intenzione
era che fusti tornata a Roma per tutto il presente mese…”».