Ore 19.00 Visita alle cortigiane
Stanza del piacere - Interno notte |
Gandolfo VOCE PENSIERO (OFF):
Fanno una diceria di parole che non basterebbe un anno a raccontarla, me tapino!
Son stordito. Che siano le loro malie? Oh, me misero, il suono che sprigiona
dalle loro bocche incornicia melodiose frasi d'amore che m'incantano, non devo
lasciar ch'io ceda, esse con mille strani attucci mi chiedono un anello, o con
manieracce stucchevoli vogliono da me un'impresa, e mettono una maschera di
verità alla menzogna coi loro trucchi astuti, ma scoprirò loro il volto
togliendo quel trucco con la mano e rivelando la verità tutta sfacciata! Il loro
favore sarà certo più consono alle fantasie del re, quanto a me, silenzio, o
queste mi toglieranno via le spere, i profumi, i liuti e altri strumenti, poiché
esse a me non sono dedicate.
Gandolfo (alle damigelle):
«Mie care, dunque, vediamo, questi capelli non fanno certo caso al re, alla
bisogna occorre sbiancarli, schiarire! Ordunque, seguite queste mie con cura:
dovrete aggiungere alla feccia il vino bianco che vi farò avere, poi miele quel
che basta ad ammorbidire la mistura. Terrete i capelli così bagnati per una
notte, pesterete di seguito radici di caledonia e di robbia mescolate con olio
di semi di comino, trucioli di bosso e zafferano. Questo impiastro andrà poi
tenuto sulla testa per un giorno e una notte ancora, infine sciacquerete con un
ranno di gambi di cavolo e ceneri di foglia di segala. E che non si manchi,
addio!».