Orsino ORSINI si tranquillizza e
invece della moglie chiede al Papa
quattrini per le sue truppe
Orsino: «Ho ben
compreso gli intendimenti del Papa, egli anela la presenza della mia
madonna a Roma sopra ogni altra cosa, ma se crede di piegarmi a suo
piacimento tuonerò tutto il furore e l'arme di cui sono capaci gli Orsini.
Lo giuro sulle mie brache!».
Mons. Gacèt: «Nobile Orsino, lasciate ch'io pronunci una parola.
Quando le ire abbandoneranno sua Signoria, i rimedi focosi sembreranno
inutili, e con essi pure i mali acquisteranno altro colore, più tenue,
poiché il peggio sarà cosa dimenticata e tutto v'apparirà meno inclemente
e definitivo meno ancora».
Orsino: «Un marito cornuto null'altro è che una beffa, un deforme,
un animale, uno storpio da cui guardarsi. Neppure le vostre parole bastano
a soccorrere il mio strazio. Oh, potesse il mio letto di nozze tornare ad
essere l'immacolato talamo della mia bella sposa e non l'immondo polluto
giaciglio di una concubina assente ai suoi doveri coniugali!».
Gacèt: «Se è così allora Roma è piena d'animali che s'adoperano
d'arte, di politica e mestieri. Decidete fra voi s'ella debba raggiungervi
o partire per Roma».
Orsino: «E sia! La devozione di costui alla sua bellezza è per me
motivo di orgoglio e di risentimento a un tempo, farò in modo che
acconsentirà al mio volere, è il privilegio della bellezza stessa,
condurre un papa a razzolare come un gallo in un pollaio, il Borgia non mi
negherà certo denari per le mie truppe... Otterrò i suoi favori o subirà
il mio diniego!».
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vASANELLO
28 ottobre 1494
ORSINO A COLLOQUIO
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