Capodimonte
29 novembre 1494
la partenza
|
Finalmente, partenza per Roma
Dopo i preparativi Julia e
Adriana Mila, per volere del Papa e tacitato Orsino grazie ai denari
pontifici, partono con carrozza tirata da quattro cavalli con tanto di
stemma gigliato dei Farnese, alla volta di Viterbo per Roma. C’è anche la
sorella di Julia, Girolama, oltre a trenta cavalleggeri, in verità buoni
più per spaventare marmaglia e briganti che per operare una vera scorta.
Durante l’andirivieni di anatemi e missive infuocate, Carlo VIII, re di
Francia, stava raggiungendo le terre pontificie apprestandosi
all’invasione della penisola, con l’intento di farsi nominare dal Papa re
di Napoli, per spodestare l’usurpatore Alfonso II che occupava
indebitamente i possedimenti spettanti per discendenza agli Angioini. In
questa impresa il francese era sostenuto dal cardinale Giuliano Della
Rovere (il futuro Giulio II), da Ludovico il Moro (signore di Milano), da
Ercole d’Este di Ferrara e addirittura dal celebre monaco Girolamo
Savonarola, dichiaratamente avverso alle scelleratezze del pontificato. Il
re si prefiggeva, dopo aver “liberato” Napoli, di muovere contro i turchi
annettendosi Gerusalemme, tutto, come nel costume dei condottieri del
tempo, in nome del credo religioso.
Nonostante l’attenzione e il controllo che il potere del papato esercitava
con i suoi, direttamente o indirettamente, su gran parte dei territori
italiani, il “re Petito”, così chiamato perché piccolo di statura, aveva
spinto le sue avanguardie a ridosso dello stato pontificio.
|