Il re Carlo viii procede nella sua marcia su Roma

Dopo essere entrato a Viterbo (il 10 dello stesso mese) pochi giorni dopo Carlo VIII passa per Nepi, ante murale dell'Etruria, per avviarsi definitivamente alle porte di Roma.

Il capitano: «Quella è la rocca borgiana di Ascanio Sforza, fratello di Ludovico il Moro, che vi sostengono. Il Papa la cedette in pegno al Cardinale due anni or sono, dopo l’elezione a pontefice. Da questo feudo, di cui ci serviremo come avamposto, entreremo presto a Roma, siamo oramai alle porte. Le truppe pontificie non potranno più fermarci!».

Carlo VIII: «Bene, vedete di accampare cavalieri, cavalli, balestrieri, armi e soldati, e che tutti trovino da ristorarsi. Assicurate ben al riparo dal freddo spingarde e passavolanti, ‘che potrebbero acconciarsi male, e disponete senza indugio del vino, dei polli, degli uccelli, della selvaggina e dei resti delle vitelle e dei castrati lardi che ci tributarono i viterbesi, nonché delle rimanenti some di biada per gli animali. Mettete sull’avviso le sentinelle per la notte».

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