Re Carlo viii entra a Roma dalla porta del popolo



Il re dei “franciosi” fece il suo ingresso a Roma alla testa di un grande esercito, e mentre le truppe avrebbero invaso la città, egli si sarebbe recato in Vaticano riconoscendo il Vicario di Cristo, prostrandosi al bacio dell’anello piscatorio e ingraziandosi Alessandro VI (in virtù della liberazione concessa alle dame, definite da Ludovico il Moro come “gli occhi e il cuore del Papa”). Tutto questo invece di far deporre il Borgia dal Concilio come previsto, con disappunto dello stesso Signore di Milano, che accusò Monsignor Ascanio e il cardinale Sanseverino di essersi malamente adoperati per la consegna delle madonne, quando proprio il cardinale Ascanio Sforza, un tempo tra i sostenitori della Tiara, insieme al Moro e a Giuliano Della Rovere, erano tutti determinati all’allontanamento del Papa per mano di Carlo VIII.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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