ROSA ROSÆ
uno spettacolo
di Federico Caramadre
Edizione Marzo
2001
Gli Studi dArte Associati Gruppo Hermes presentano uno spettacolo scritto da Federico Caramadre, autore, sceneggiatore, regista.
Una
storia d'amore unica. Una storia come tante.
Una
storia che inizia, e che finisce.
Un bar, un luogo dincontro, casa propria, o casa di chi si ama, luoghi, quelli del ricordo, musei del sentimento andato, ritrovato: teatri, immaginari contenitori della messa in scena di una danza, il balletto quotidiano delle schermaglie amorose, la coreografia pomposa di ogni dramma, il colore del trasporto, il profumo delle parole damore, la melodia del dolore poiché ogni storia è, anche, dolore.
A proposito dell'allestimento originale di Federico Caramadre...
Tre personaggi: un lui, una lei, un "intendente". Poi due musicisti, cantori fantasmi delle ricorrenze, una ballerina, figurazioni super-partes di questo teatro non-teatro, luogo frammentario della quotidianità.
Dallo
stereotipo di una relazione che è comunque originale, come lo è
qualsiasi storia damore, attraverso la rivisitazione che
trapela nel dialogo dei due innamorati, ci si tuffa, grazie alla
figura di un Caronte che qui si chiama Intendente,
angelo custode dei personaggi, o custode-barbone daltri
tempi di un immaginario museo dei sentimenti, alla
drammatizzazione del senso ultimo dei significanti reconditi di
amori e passioni, anche quando corrisposti per lamore
stesso, o per il genio, o, per finire in una parola, per la
bellezza nella sua più larga accezione.
Una querelle tra la coscienza dellindividuo,
lo scibile del suo sentire e la "burocrazia" di taluni
sentimenti.
Federico Caramadre si occupa di scrittura e regia, la sua ricerca estetica lo vede autore a tutto tondo - dalla pittura, alla fotografia, al cinema, fino all'utilizzo delle nuove tecnologie, le sue esperienze trovano nella scrittura drammaturgica, come nei suoi romanzi, un mezzo ulteriore tra i molti di cui dispone - e in cui indaga - per alimentare il proprio percorso creativo.
Lo spettacolo è parte integrante di una personale ricerca estetica dell'autore, condotta nelle varie discipline delle arti, e contiene in sé elementi e tracce di spettacoli precedenti, di romanzi, di immagini, e di filmati appartenenti alla serie De Arachnes lesselato opere. Ogni lavoro presenta comunque una sua compiutezza, pur disseminando riferimenti e tracce di altre opere, e conduce losservatore allinterno di unintelaiatura progressiva - a volte cronologicamente a ritroso - per giungere alla foce di una storia che non si lascia raccontare e che, intravista, velata e rivelata, propone una serie di questioni esistenziali e formali che lautore tratta con lucida e sottile ironia.
La storia di Rosa Rosæ segna in qualche misura lantefatto del De Porcellanæ Fragilitate, spettacolo messo in scena nel 1999, e si dipana dallo studio dei criteri che legano quella che potremmo chiamare “la coincidenza”, e “l’epifania” che ne derivano.
Lo studio drammaturgico di questi significati parte dallincontro di Caramadre con le tematiche più intime al "paradosso del quotidiano" e al fascino di certe strutture linguistiche, si va infatti dal Surrealismo di Breton - i suoi testi Nadja e Lamour fou - a due romanzi dello stesso Caramadre, che tanto lavora sulle problematiche della casualità, fino a sollecitare incursioni in opere di autori come Rimbaud, Lautremont, Camus, Bernhard.
Come
per De Porcellanæ Fragilitate, Rosa Rosæ
conquista immediatamente per il gioco delicato della sua magia,
con cui traspone la vita quotidiana nella sfera della sensibilità
e del mistero. Non sono affatto i problemi e il modo con cui sono
concepiti che rendono queste opere interessanti, ma la loro
atmosfera, la loro essenza poetica.
Nella
scrittura di Caramadre il Presente è contesto in modo
indescrivibile al Passato; egli sente la vita vissuta in giorni
lontani, la vita di antichi, mai conosciuti genitori e
progenitori, di popoli scomparsi, di età morte; il suo occhio
coglie tuttavia - e come si potrebbe impedire? - il vivo fuoco di
astri che il gelo dello spazio ha divorato da tempo. Poiché
questa è l'unica legge alla quale egli sottostà: non interdire
a nessuna cosa l'accesso nella propria anima.
Ma
questo inafferrabile rapporto esiste. Esiste De Porcellanæ
Fragilitate, pieno della sua potenza sopra l'anima, sopra i
sensi. Esiste Rosa Rosæ. Il testo esiste e bisbiglia
dove è da tirare fuori gioia nella vita, e come la gioia scorra
via, come si acquisti il dominio sugli uomini e in esso il
concetto della saggezza e il concetto della seduzione. È lì, e
tace e parla, ed è tanto più ambiguo, pericoloso, misterioso,
quanto tutto in questo nostro tempo estremamente inafferrabile,
in questo tempo poetico nel senso più alto, è più ambiguo,
potente e misterioso. Queste opere sono un elemento della vita,
un estremamente ambiguo, sfuggente, pericoloso, magico elemento
della vita. Ma nelle mani di ogni lettore sono qualche cosa di
diverso, e vivono soltanto quando incontrano un'anima vivente.
Posso parlare soltanto per coloro per cui esiste il fatto poetico.
Poiché i poeti sono coloro che eternamente rispondono, e senza
quelli che domandano colui che risponde è un'ombra.
La
prosa di Caramadre si abbandona alla visione della vita
intimamente penetrata o in un'inaudita apparizione di figura
orfica, e simbolicamente vive il più misterioso parto del tempo,
quello che nasce sotto la pressione del mondo intero, su cui posa
l'ombra del passato, vibrante sotto il mistero dell'imperioso
presente, e, mentre vive tutto questo ritrova la felicità di
aleggiare sicura nella caduta dell'esistenza, l'idea del proprio
tempo si dissolve, e futuro come passato si fondono in un solo
presente.
Domenico Giovannini
I
PERSONAGGI DI ROSA ROSÆ
La rappresentazione è ambientata a tutto campo allinterno del teatro che assume le caratteristiche di un grande contenitore. Lazione può svolgersi anche tra il pubblico, che diviene, secondo lo spazio della messa in scena, parte integrante dello spettacolo, figurazione di un immaginario luogo non-luogo sospeso nel tempo, dove si ritrovano i personaggi.
Gli attori della prima messa in scena
Lui Andrea Lolli
Lei Patrizia Lazzarini
L'Intendente Patrizio Cigliano
Accompagnato dalla chitarra di Giovanni Di Caprio, Attilio Fontana, astante dell'immaginario luogo non-luogo dove si svolge l'azione scenica, interviene cantando in anteprima estratti di brani scelti dalla sua ultima fatica musicale, che lo vede esibirsi come solista.
Altri contributi, puramente strumentali, sospendono tra parentesi raccolte la continuità della narrazione.
Le coreografie, di Daniela Bellini, gioco sottile di specchi e di riflessi, introducono significanti tradotti nei movimenti di Alessandra Pazzetta, restituendo unimmagine allegorica dei personaggi e dei sentimenti, veri protagonisti della storia, sottolineando alcune atmosfere in completa armonia con la visione registica dellinsieme.
Si tratta di proiezioni di vere "sculture luminose", opera dall'artista Alessandro Baronio, che segnano, nella narrazione della messa in scena, un momento di passaggio dal mondo reale - quello dellipotetico luogo dincontro - a un mondo fittizio, tutto immaginario - quello del museo, della casa di latta - dove il personaggio dell'Intendente ci conduce per gradi alla scoperta di ipotesi e questioni relative ai sentimenti animando e disanimando le sue creature.
Sulle Opere
Lo scultore posiziona i suoi lavori in acciaio nell'ambiente come fossero un meccanismo di ricezione: tutti i colori della realtà attraversano e si infrangono sulle lastre calandrate e metalliche, creando straordinari giochi di riflessi.Il lavoro è articolato in due fasi:
1) la pellicola fotografica trascrive minuziosamente e con infinita precisione la sinfonia dei colori del mondo riflessi sulle parabole metalliche.
2) l'esplosione e la frammentazione avvengono poi sul supporto di proiezione, livelli distinti e stratificati di materiale usato come un filtro, aggiungono al colore la profondità e la complessità tridimensionale.
"Lo scultore è un
kinoki"
(Alessandro Baronio)
I costumi, nella scena come nel corto, a cura di Elena Scategni, ricostruiscono unatmosfera tutta particolare, dichiaratamente scelta tra le possibilità teatrali e cinematografiche del testo, e si inseriscono perfettamente nella ricerca estetica di cui questo spettacolo è solo una delle parti.
Su progetto di Cinzia Fanasca, che ha utilizzato elementi scenografici prodotti dallAtelier Hermes, diretto da Vincenzo Montini, sono stati pensati per il contenitore dello spettacolo oggetti in sintonia con lo stile e le tematiche della ricerca, pescando dal catalogo di oggettistica e complementi darredo dello studio di decorazione omonimo. I ritratti di scena sono opera di Davide Dormino, lo specchio dellIntendente opera di Giovanni Di Lorenzo.
Girato dallautore con pellicola super-8, digitale e analogico, è estratto di una sceneggiatura per lungometraggio già utilizzato per lo spettacolo De Porcellanæ Fragilitate, e ulteriormente rivisitato per la versione in Rosa Rosæ. Al suo interno ogni tecnica di ripresa, ogni colore, ogni elemento di scenografia, le figurazioni, i costumi, i testi, i ritmi e lo stile della narrazione, riconducono alla ricerca estetica cui abbiamo già accennato.
Montaggio: Marzia Mete, Clelio Benevento. Sceneggiatura e regia di Federico Caramadre.
Realizzato nel 1992 per lo spettacolo Lultimo nastro di Krapp, di Samuel Beckett, con lAss. Cul. Janula di Marcello Felici, è stato completamente riveduto e trasformato dallautore secondo criteri più legati ad unoperazione di video-arte. Premiato nella rassegna Siracusa Arte in Video, è stato ulteriormente frazionato per la versione a servizio del contenitore Rosa Rosæ. La voce di Krapp è di Angelo Borgna.
L’opera, vivacissima, suggerisce più chiavi di lettura, proponendo connessioni e incastri tra le varie arti, e si pone come estrema sintesi dell’attività collegiale degli Studi d’Arte Associati di Hermes, nella peculiarità della ricerca dell'autore.
Disegno
luci e fonica:
Sara Musacchio.
Hair
stylist:
Daniele Adolini by Istituto di
Bellezza Mauro Nardi - Roma.
Foto
di scena: Luigi
Fantini.
In
video: Luigi Fabrizi,
Alessandra
Muccioli, gli
attori
di " Rosa Rosæ ".
Grafica:
Sez. Opsis -
Immagini
Interattive del Gruppo Hermes, a cura di
Paolo Pero.
Un
ringraziamento particolare a: Paolo Bonacelli, Oreste Lionello,
Paila Pavese, per le voci narranti, e agli artisti:
Massimiliano
Mirabella, Barbara Salvucci, Gruppo Hermes, Topaz,
Alfredo
Anzellini,
Pietro
Lama; oltre a: Xenia Bous, Silvia Di Domenico, Alessia
Consolidani, Giovanni Gregori,
Valentina
Martino Ghiglia, Studio Dodi, S.A.M., Mauro Nardi,
Ass. Cul. La Torretta, Giulio Galasso.
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